domenica 29 settembre 2024

La storia del gioco di carte Uno

Tra i giochi di carte più famosi e amati oggi in tutto il mondo c’è sicuramente Uno. Questo gioco ha un regolamento molto semplice e, per questa ragione, è adatto a tutte le età. È anche un gioco molto divertente, perché grazie ad alcune carte particolari, l’andamento del gioco può variare da un momento all’altro. Questi sono gli ingredienti che hanno portato questo gioco di carte al successo. Scopriamo di più sulla storia delle carte Uno e su come questo gioco ha conquistato il pubblico a livello mondiale.


Chi ha inventato le carte Uno?

Uno è un gioco di origine statunitense e la sua storia è molto curiosa. Al contrario di quanto si potrebbe immaginare, infatti, a inventarlo non è stata un’azienda produttrice di giochi, bensì un barbiere di nome Merle Robbins che viveva a Reading, in Ohio.

L’uomo aveva 59 anni quando, nel 1971, decise di creare un gioco per intrattenere i parenti durante le riunioni di famiglia: sembra, infatti, che i suoi familiari si annoiassero con i tradizionali giochi di carte, così lui pensò di crearne uno nuovo, che fosse coinvolgente ma allo stesso tempo facile e quindi adatto a tutti. L’idea, in realtà, gli venne dopo una discussione con suo figlio Ray a proposito delle regole di un altro gioco di carte che si chiamava Crazy Eights. Proprio a questo, Robbins si ispirò per sviluppare le regole del suo gioco che chiamò Uno; in seguito, con l’aiuto dei suoi familiari nel salotto di casa, il barbiere disegnò le carte, iniziando a produrle autonomamente a livello locale. I primi pacchetti furono venduti nel suo negozio e tra gli studenti della scuola dove insegnava suo figlio Ray. Nel 1972 Robbins decise poi di vendere i diritti di Uno alla International Games per 50,000 dollari, più le royalties pari a 10 centesimi per ciascun mazzo venduto.

Nel 1992 la International Games fu acquisita dalla Mattel e Uno divenne ben presto uno dei giochi di carte più venduti di sempre. Il gioco è stato distribuito in ben 80 Paesi del mondo, vendendo oltre 150 milioni di copie da allora fino a oggi.


L’origine del nome del gioco Uno

Il titolo breve e intuitivo di questo gioco ha certamente contribuito alla sua popolarità e facilità di diffusione in tutto il mondo. Sebbene molti pensino che il nome del gioco Uno sia italiano, in realtà non è così: sembra, infatti, che Merle Robbins abbia pensato alla parola spagnola perché gli piaceva come suonava ma soprattutto per il suo significato che richiama subito lo scopo del gioco, che è quello di sbarazzarsi di tutte le proprie carte, restando con una sola di esse in mano prima degli altri giocatori.

Il nome “Uno” è legato, inoltre, alla semplicità del gioco ma anche al forte impatto visivo sui giocatori. Le carte da Uno, infatti, sono caratterizzate da colori vivaci e numeri grandi, e la parola "Uno" scritta in modo prominente sulle carte suggerisce un senso di urgenza e di competizione con lo scopo di essere il primo a raggiungere l'obiettivo. In questo senso, si può dire che la scelta del nome abbia contribuito anche alla sua identità distintiva.


Come si gioca a Uno

Per capire come giocare a Uno, bisogna innanzitutto imparare a conoscere le carte. Vediamo insieme come funzionano e in seguito quali sono le regole da seguire.


Quante sono le carte da Uno?

Ciascun mazzo di Uno è composto da 112 carte. Ecco quali sono le varie tipologie e le loro rispettive funzioni:

1. 19 carte numerate: costituiscono la maggior parte del mazzo, hanno un numero da 0 a 9 e sono disponibili in quattro colori diversi (rosso, giallo, verde e blu). L'obiettivo è scartare una carta numerata dello stesso colore o dello stesso numero di quella posta sul tavolo.

2. Carte azione: sono quelle che determinano le varie azioni del gioco. Si suddividono in:

  • 8 carte cambio Giro: hanno un'icona a forma di freccia circolare. Quando vengono giocate, cambiano la direzione del gioco, facendo invertire l'ordine dei giocatori.
  • 8 carte salta: hanno un'icona di un cerchio con una linea diagonale attraverso di esso. Quando vengono giocate, il giocatore successivo deve saltare il turno.
  • 4 carte pesca due: hanno un'icona di una mano che tiene due dita sollevate. Quando vengono giocate, il giocatore successivo deve pescare due carte dal mazzo e saltare il proprio turno.

3. Carte jolly: sono carte speciali che possono essere giocate in qualsiasi momento, indipendentemente dal colore presente sul tavolo. Sono di due tipi:

  • 4 carte jolly cambio colore: hanno un'icona di una mano che tiene un pennello. Il giocatore che la gioca può scegliere il nuovo colore da utilizzare, permettendo di cambiare il colore in gioco.

  • 4 carte jolly pesca quattro: hanno l'icona di una mano che tiene quattro dita sollevate. Quando vengono giocate, il giocatore sceglie un nuovo colore e il giocatore successivo deve pescare quattro carte dal mazzo e saltare il turno.

 

Le regole delle carte Uno

Negli anni sono state prodotte tante varianti del gioco di carte Uno, ciascuna delle quali può presentare delle regole specifiche. In generale, però, le regole di base del gioco sono le seguenti:

  • L’obiettivo del gioco è quello di accumulare punti per battere gli avversari. Per farlo, ciascun giocatore dovrà provare ad aggiudicarsi i vari round scartando per primo tutte le carte che avrà in mano: a quel punto, il vincitore del singolo round otterrà punti in base alle carte rimaste in mano agli altri giocatori. Il primo giocatore che raggiunge il limite di punti stabilito è il vincitore della partita.
  • Ciascun round inizia con la distribuzione delle carte, sette per ciascun giocatore. Il resto delle carte viene posizionato al centro del tavolo per formare il mazzo di pesca.
  • Inizio del gioco: Il primo giocatore a giocare è di solito il giocatore a sinistra del mazziere. Il gioco procede in senso orario. I giocatori devono scartare una carta che abbia lo stesso numero o lo stesso colore di quella posta sopra il mazzo di scarto. Ad esempio, se sopra il mazzo di scarto c'è una carta verde con il numero 5, il giocatore successivo può giocare una carta verde o una carta con il numero 5 di qualsiasi altro colore. Se il giocatore non ha una carta idonea da giocare, allora dovrà pescare una carta dal mazzo e giocarla subito se compatibile con quella del mazzo, altrimenti dovrà passare il turno. Gli altri giocatori dovranno fare lo stesso.
  • Quando possibile, ciascun giocatore potrà poi giocare le carte azione, a sfavore degli avversari.
  • Fine del round: Il round termina quando un giocatore scarta la sua ultima carta. A quel punto, gli altri giocatori devono sommare i punti delle carte rimaste nelle loro mani. Le carte numerate valgono il loro valore nominale (ad esempio, una carta con il numero 5 vale 5 punti). Le carte azione (Cambio giro, Salta, Pesca due) valgono 20 punti ciascuna. Le carte Jolly valgono 50 punti e le carte Jolly +4 valgono 50 punti (o il valore che hai deciso in precedenza). I punti vengono conteggiati e registrati per ogni giocatore.
  • Nuovo round: dopo il conteggio dei punti, un nuovo round inizia con una nuova distribuzione delle carte. Il gioco continua fino a quando un giocatore raggiunge o supera un punteggio massimo prestabilito (ad esempio, 500 punti).

domenica 22 settembre 2024

La storia e le tipologie del gioco da tavolo

 

Il gioco da tavoloè un passatempo perfetto per trascorrere una serata in compagnia degli amici o anche per giocare insieme agli ospiti durante le feste natalizie. I giochi di società, infatti, non passano mai di moda: sono generalmente adatti a tutti, sono coinvolgenti, divertenti e stimolanti a livello mentale. Ma quali sono le origini dei giochi da tavolo e quali sono le principali tipologie esistenti oggi? Scopriamolo insieme, in questo breve viaggio nella loro storia.


Cosa sono i giochi da tavolo

Iniziamo definendo in modo più dettagliato cosa sono i giochi da tavolo. Innanzitutto, bisogna dire che sono conosciuti anche come “giochi di società”, perché si giocano in gruppo e, di solito, per disputare una partita servono almeno due giocatori; poi sono noti anche come “giochi in scatola”, perché normalmente tutto l’occorrente per giocare è contenuto in una scatola.

In genere, questa scatola contiene un tabellone che è la superficie sulla quale verrà giocato il gioco in questione. Insieme a questa plancia da sistemare aperta su un tavolo, vengono fornite anche le istruzioni con gli obiettivi del gioco, gli eventuali dadi se necessari, una piccola clessidra nel caso dei giochi a tempo, e infine dei segnalini, ovvero dei pezzi o delle figure utilizzate nel gioco per spostarsi sul tabellone. Ciascun gioco può poi contenere altri oggetti o accessori necessari per la partita, come ad esempio dei cartellini con ulteriori istruzioni per le varie azioni di gioco.


Le origini dei giochi da tavolo

La storia del gioco da tavolo è iniziata in tempi antichissimi e molte civiltà antiche ne hanno lasciato diverse testimonianze. Vediamo alcune tra le più importanti.


Il gioco da tavolo nell’antichità

Sebbene sia piuttosto difficile stabilire quale gioco da tavolo sia nato per primo, secondo alcune teorie quello più antico sarebbe il Senet, un gioco egizio raffigurato in alcune illustrazioni rinvenute nella tomba reale di Merknera: sembrerebbe un antenato del moderno backgammon e pare fosse molto amato dai faraoni. Nelle tombe reali di Ur, risalenti a un periodo compreso tra il 2400 e il 2600 a.C., sono poi state ritrovate altre tracce di antichi giochi da tavolo, tra i quali quello che è stato denominato il Gioco reale di Ur. Anche in altri siti archeologici, come il tempio di Kurna (1400 A.C.), sono state rinvenute incisioni raffiguranti giochi da tavolo. Oltre che dei passatempi, nell’Antico Egitto probabilmente questi giochi avevano anche un significato religioso.

In epoca romana, abbiamo testimonianze sui giochi esistenti grazie, ad esempio, a Marco Terenzio Varrone e Ovidio. Nelle sue opere, il primo cita il Ludus Latrunculorum, gioco molto in voga nell’Antica Roma che era una sorta di antenato della dama. Ovidio, invece, nella sua opera “Ars Amatoria” descrive il Ludus Duodecim Scriptorum, una sorta di backgammon.

Nei tempi antichi, in India si giocava, invece, il Chaturanga, l’antenato dei moderni scacchi: questo gioco, così come altri provenienti dalla Cina e dall’Asia in generale, si diffusero in Europa attraverso la Via della Seta e gli scambi commerciali.


Il gioco da tavolo in epoca moderna

Nel Medioevo e ancor di più nel Rinascimento i giochi da tavolo divennero popolari in tutta Europa, sia nei ceti sociali più alti che in quelli più bassi. I nobili e gli esponenti del clero amavano, in particolare, gli scacchi, gioco per il quale serve molta riflessione e una grande abilità nella strategia; nei salotti borghesi e nelle taverne, invece, si diffusero soprattutto i giochi di carte ma anche i giochi con i dadi, che erano per lo più giochi d’azzardo.
Con l’Illuminismo ci fu un grande sviluppo dei giochi da tavolo che si trasformarono da semplici intrattenimenti a strumenti educativi, per insegnare, soprattutto ai più giovani, i principi morali, etici e scientifici.

Nell’Ottocento i giochi da tavolo hanno continuato a essere, in forme diverse, dei passatempi sia per i nobili e i borghesi che per i ceti più bassi; nel Novecento questi giochi si sono ulteriormente sviluppati, diversificandosi nelle categorie che conosciamo oggi e conoscendo periodi di grande successo e diffusione. Ancora oggi, i giochi di società sono tra i più amati, perché consentono di divertirsi in modo semplice con gli amici, spesso imparando anche cose nuove.


Le principali tipologie di giochi da tavolo

Oggi esistono davvero tante tipologie di giochi da tavolo, tra le quali si può scegliere in base ai propri interessi e al numero di giocatori. Vediamo quali sono le più diffuse.


I giochi da tavolo fantasy

I giochi da tavolo fantasy sono quelli ambientati in universi di fantasia, con creature e personaggi che hanno poteri magici o speciali. In questa categoria rientrano anche i giochi da tavolo di ruolo, nei quali ciascun giocatore interpreta un personaggio per raggiungere gli obiettivi di gioco. L’esempio più famoso di questi giochi è certamente Dungeons&Dragons.


I giochi da tavolo investigativi

I giochi da tavolo investigativi sono quelli nei quali i partecipanti devono risolvere un mistero, sfruttando gli indizi a loro disposizione. Cluedo è uno dei giochi più famosi di questa categoria: i giocatori devono trovare il colpevole del delitto in base agli indizi ottenuti durante la partita.


I giochi da tavolo di strategia

I giochi da tavolo di strategia sono giochi di solito lunghi e complessi, ma molto coinvolgenti: per vincere e battere gli avversari, infatti, bisogna elaborare una propria strategia di gioco e cercare di anticipare le mosse degli avversari. Tra i giochi più famosi in questa categoria ci sono Risiko e Monopoli, due grandi classici intramontabili: nel primo lo scopo del gioco è quello di conquistare un determinato numero di territori con le proprie armate, mentre nel secondo l’obiettivo è quello di creare un impero finanziario prima degli avversari.


I giochi da tavolo a quiz

I giochi da tavolo a quiz sono molto divertenti e rapidi e spesso si ispirano a giochi televisivi. In questo caso, i giocatori devono mettere alla prova la propria cultura per battere gli avversari. Oltre ai giochi con le domande, ne esistono tanti altri nei quali per vincere è necessario utilizzare le proprie conoscenze: è il caso di Scarabeo, altro famoso gioco da tavolo il cui scopo è quello di comporre parole cercando di realizzare il punteggio più alto.

lunedì 16 settembre 2024

Cosa sono i GCC, i giochi di carte collezionabili che spopolano nel mondo ludico

 

Da anni ormai nel mondo ludico spopolano i giochi di carte collezionabili o GCC (Trading Card Games o TCG in inglese), ossia dei giochi nei quali si usano mazzi di carte che sono, appunto, collezionabili. Scopriamo insieme come sono nati, come funzionano e quali sono i più famosi.

 

Cosa sono i giochi di carte collezionabili

I giochi di carte collezionabili riescono a coniugare insieme due passioni, ossia il gioco di società e il collezionismo, conquistando quindi persone che si dedicano a entrambi gli hobby. Un GCC, infatti, è un gioco nel quale si utilizzano carte particolari che vengono vendute in confezioni composte da assortimenti casuali. Oltre a comporre una collezione, queste carte servono a giocare, seguendo un preciso regolamento.

Per partecipare a un gioco di carte collezionabili, secondo la definizione fornita dalla rivista Scrye, ciascun giocatore deve costruire un proprio mazzo di carte, acquistandole oppure scambiandole con altri giocatori. I GCC, infatti, hanno creato un vero e proprio mercato di scambio di carte collezionabili: i giocatori vendono o barattano i propri doppioni e acquistano le carte che mancano alla loro collezione o che servono per andare a comporre il mazzo con il quale partecipare alle partite.



La storia del gioco di carte collezionabili

Le carte collezionabili sono nate dalle figurine, le quali, negli Stati Uniti, venivano di solito stampate su un cartoncino rigido non adesivo. “The Base Ball Card Game” del 1904 fu il primo prototipo di GCC ma non fu mai prodotto.

Il primo vero gioco basato su un regolamento applicato a carte collezionabili e prodotto in larga scala fu “Magic: l’Adunanza”, un gioco a tema fantasy pubblicato nel 1993 dalla Wizards of the Coast e ideato da Richard Garfield. Le prime tirature del gioco, note come Alpha e Beta, andarono esaurite in breve tempo: fu così che iniziò il successo del GCC più amato al mondo, nell’ambito del quale, da allora ad oggi, sono state create tantissime espansioni.



L’evoluzione delle carte da collezione negli anni ‘90

Il successo di Magic fu enorme, al punto che i negozi, sommersi dagli ordini, facevano fatica a soddisfare le richieste dei clienti. Negli anni ’90 si registrò quindi un vero e proprio boom dei GCC e tante altre aziende imitarono la Wizards of the Coast producendo nuovi giochi di carte, come ad esempio Spellfire della TSR. La Wizards, però, voleva mantenere il dominio sul mercato ludico e così acquistò i diritti per la pubblicazione di giochi di carte collezionabili basati su altre proprietà intellettuali di successo, come ad esempio Battletech, Middle-earth Role Playing, Cyberpunk 2020 e Vampire: la masquerade.

Negli anni successivi altre aziende crearono nuovi giochi: tra il 1995 e il 1996 si registrò un periodo in cui il mercato risultò saturo e le vendite calarono. La Wizards, però, non si fermò e nel 1997 acquisì la TRS e tutte le sue proprietà, compreso il famoso gioco di ruolo Dungeons&Dragons, oltre ad altre case editrici e al controllo di alcune delle più importante convention di giochi negli Stati Uniti.

In seguito, furono pubblicati numerosi altri giochi, tra i quali quello di Star Wars e quello dei Pokémon che ottenne un grande successo, sulla scia di quello del cartone animato. Nel 1999 entrò in campo anche la Hasbro che acquistò la Wizards of the Coast per 325 milioni di dollari, imponendosi così come nuovo player dominante nel mercato dei GCC.



I GCC oggi

Negli anni 2000 i giochi di carte collezionabili hanno conosciuto alti e bassi, ossia periodi di grande entusiasmo ed enormi vendite, e periodi di calo. Tuttavia, la passione per i GCC non si è mai spenta, anzi: ancora oggi in tutto il mondo questo fenomeno ludico coinvolge migliaia di appassionati che amano creare il proprio mazzo di carte per sfidare gli amici o partecipare a dei veri e propri tornei, oltre a collezionare le carte più belle e più rare.

Negli ultimi tempi, inoltre, il mercato ha conosciuto un nuovo periodo di successi grazie ai giochi di carte ispirati a saghe cinematografiche, come Harry Potter, a manga e anime, come Yu-Gi-Oh!, o a popolari serie tv, come Il Trono di Spade, creando così un ampio filone di giochi diversi che continua a nutrirsi di nuove uscite. In tempi recenti, infine, i GCC sono diventati anche dei videogiochi, nei quali i giocatori, anziché collezionare carte fisiche, le acquistano o le scambiano virtualmente, per comporre una raccolta con la quale giocare online.



Come funzionano i giochi di carte collezionabili

I giochi di carte collezionabili si basano su un regolamento che illustra gli obiettivi del gioco, le categorie di carte utilizzabili e le regole che determinano il loro funzionamento. Ciascuna carta, inoltre, generalmente riporta un testo con delle regole aggiuntive che determinano gli effetti che la carta stessa avrà nella partita.

Ogni gioco di carte collezionabili ha un’ambientazione specifica dove le carte agiscono e dove possono essere presenti anche altre risorse che servono a interagire con gli altri giocatori e a dare più ritmo al gioco, come ad esempio delle carte particolari, dei segnalini che possono essere spesi oppure dei simboli sulle carte.

Nei GCC non esiste un mazzo predefinito di carte come nei tradizionali giochi di carte: ciascun giocatore, infatti, può comporre il proprio mazzo scegliendo le carte in base alle loro caratteristiche e ai loro effetti nella partita, elementi che contribuiscono a creare quindi anche una strategia di gioco.



I giochi di carte collezionabili più famosi

Oggi esistono migliaia di giochi di carte collezionabili e, come spiegato in precedenza, il mercato continua a espandersi anche grazie ai giochi ispirati a film e serie tv. Tuttavia, i GCC più famosi, ovvero quelli che hanno ottenuto un maggiore successo, sono i seguenti:

  • Magic: The Gathering (MTG): creato da Richard Garfield nel 1993, MTG è uno dei giochi di carte collezionabili più popolari. I giocatori assumono il ruolo di potenti maghi che si sfidano a duelli utilizzando incantesimi, creature magiche e tattiche. MTG è conosciuto per la sua profondità strategica e per l'ampia varietà di carte disponibili.

  • Pokémon Trading Card Game: basato sul celebre franchise, il Pokémon TCG è stato introdotto nel 1996. I giocatori assumono il ruolo di allenatori di Pokémon e si sfidano a vicenda utilizzando carte Pokémon con abilità e attacchi unici. L'obiettivo è sconfiggere i Pokémon dell'avversario e raccogliere carte rare.

  • Yu-Gi-Oh!: basato sull’omonima serie di anime e manga di successo, Yu-Gi-Oh! è un GCC che prevede battaglie tra giocatori che utilizzano mostri, incantesimi e trappole rappresentati dalle carte. L'obiettivo è ridurre i punti vita dell'avversario a zero utilizzando una combinazione di strategia e abilità.

  • Hearthstone: creato da Blizzard Entertainment nel 2014, Hearthstone è un GCC digitale basato sull'universo di Warcraft, videogioco che ha dato vita anche a un altro popolare gioco di carte, ovvero il World of Warcraft TGC, uscito nel 2006. I giocatori si sfidano utilizzando carte rappresentanti personaggi, incantesimi e abilità speciali. Il gioco offre una vasta gamma di modalità di gioco, inclusi scontri uno contro uno e sfide tra giocatori.

  • Force of Will: introdotto nel 2012, Force of Will è un GCC con elementi fantasy che combina mitologia, fiabe e personaggi leggendari, con una grafica che ricorda gli anime. I giocatori assumono il ruolo di governanti che si sfidano utilizzando carte che rappresentano creature, incantesimi e artefatti. Il gioco si distingue per il suo sistema di pietre magiche, che forniscono risorse per giocare le carte.

 

Dove acquistare le carte collezionabili

I GCC e le relative carte collezionabili possono essere acquistati online, nei negozi specializzati oppure comodamente in edicola. Su Primaedicola troverai, ad esempio, le carte di Yu-Gi-Oh!, l’ultima espansione nell’edizione italiana del Pokémon TGC, ovvero Pokémon Paradosso Temporale che comprende: Bustine Scarlatto e Violetto - Paradosso Temporale; Set Allenatore Fuoriclasse Scarlatto e Violetto - Paradosso Temporale Lunaruggente; Set Allenatore Fuoriclasse Scarlatto e Violetto - Paradosso Temporale Eroeferreo; Scarlatto e Violetto - Paradosso Temporale blister 3 bustine - Carta promo Cetitan + Arctibax.

lunedì 9 settembre 2024

La storia della Disney, il colosso dell’animazione che ha compiuto 100 anni

 

Nel 2023 la Disney ha compiuto 100 anni: l’azienda che oggi è una multinazionale dell’animazione, infatti, è stata fondata il 16 ottobre del 1923 dai fratelli Roy e Walt Disney. Da allora, questo brand è riuscito a regalare al pubblico storie e personaggi entrati ormai nell’immaginario collettivo, riscuotendo un successo enorme in tutto il mondo. Ripercorriamo, dunque, la storia della Disney e scopriamo le principali tappe della sua evoluzione, da piccolo studio fino a colosso dell’animazione.

Quando è nata la Disney?

Walt Disney nacque nel 1901 a Chicago, da una famiglia originaria della Normandia che si era trasferita negli Stati Uniti nell’Ottocento. Da giovane Walt si appassionò subito al disegno e, dopo aver lavorato nell’impresa del padre che vendeva giornali, iniziò a lavorare in un’agenzia pubblicitaria. A Kansas City incontrò poi Ub Iwerks, con cui fondò un primo studio di animazione, dove insieme produssero dei cartoni satirici. Questa prima esperienza, però, fu un fallimento; Walt decise così di trasferirsi a Hollywood, dove viveva suo fratello Roy che, in quel periodo, vendeva aspirapolveri. Fu proprio lì, al 4649 Kingswell Avenue, che i due fratelli, nel 1923, fondarono la Disney Brothers Cartoon Studio: Walt si occupava della parte creativa, mentre Roy di quella commerciale. Insieme iniziarono così a dedicarsi alla distribuzione di alcuni cartoni, come i corti delle Alice Comedies dove una bambina interagiva con dei cartoons, e alla creazione di altri prodotti.

La nascita di Topolino

Dopo la sua fondazione, la Disney cambiò nome diventando prima The Walt Disney Studio nel 1926, poi Walt Disney Productions nel 1929 e, infine, The Walt Disney Company nel 1986, nome che mantiene tuttora, insieme al logo che riporta il castello di Cenerentola, il preferito dello stesso Walt. L’evoluzione del piccolo studio di animazione fu dunque piuttosto rapida e il grande successo non tardò ad arrivare. La prima importante tappa di questa azienda è datata 1928, anno della nascita di Mickey Mouse, meglio conosciuto da noi come Topolino: creato da Walt Disney e Ub Iwerks, questo personaggio debuttò il 18 novembre di quell’anno nel cortometraggio Steamboat Willie, riscuotendo un successo inaspettato. Protagonista di animazioni mute e poi sonore, Topolino divenne ben presto una vera e propria icona della Disney, trasformandosi poi nel personaggio che conosciamo oggi, non solo di cartoni ma anche di celebri fumetti.

I primi lungometraggi della storia della Disney

Il primo vero film di animazione della Walt Disney uscì nel 1937: si tratta di Biancaneve, la prima delle Principesse Disney la cui storia fu ripresa dalla celebre fiaba dei fratelli Grimm. La pellicola ottenne 8 nomination agli Oscar e ne vinse 2, quello per la miglior canzone e quello per la migliore colonna sonora.
Nel 1940 la Disney pubblicò poi Fantasia, un lungometraggio d’animazione composto da 8 episodi con una colonna sonora di musica classica, riprodotta con il Fantasound, un sistema sonoro all’avanguardia per l’epoca, precursore del suono surround. Il film ottenne la candidatura a tre Oscar.


La costruzione del primo Disneyland

L’azienda di Walt Disney aveva ormai raggiunto il grande successo, popolarità che aumentò notevolmente grazie alla costruzione nel 1955 del primo parco divertimenti tematico, ovvero Disneyland, realizzato ad Anaheim, in California. Oggi nel mondo esistono altri cinque parchi ispirati a quello originale, ovvero: il Walt Disney World, in Florida, aperto nel 1971; il Tokyo Disneyland, in Giappone, aperto nel 1983; il Disneyland Paris, in Francia, aperto nel 1992; l’Hong Kong Disneyland, aperto nel 2005 e lo Shanghai Disney Resort, in Cina, aperto nel 2016. Ogni anno questi parchi registrano una media di 11 milioni di visitatori.


La scomparsa di Walt Disney

Walt Disney morì nel 1966 e, ad oggi, rimane una delle personalità dello spettacolo più premiate nella storia: il noto disegnatore, infatti, ha vinto 26 premi Oscar su 59 candidature e 3 Golden Globe e ha ottenuto ben due stelle sulla Walk of Fame di Hollywood. Nella sua carriera, oltre a creare personaggi iconico come Topolino, ma anche Pippo e Paperino, ha realizzato i primi lungometraggi animati in technicolor, ha perfezionato l’audio e la realizzazione delle immagini animate, creando così le fondamenta dell’industria mondiale dell’animazione.



Il nuovo corso della Disney

Dopo la morte di Walt Disney e quella di Roy avvenuta nel 1971, l’azienda attraversò un momento di crisi creativa, ma ben presto si riprese. A partire dagli anni ’80, l’azienda conobbe un nuovo periodo di successi, grazie a capolavori come “La Sirenetta”, “Il Re Leone”, “Aladdin” e “La Bella e la Bestia”.
Anche dal punto di vista del merchandising, l’azienda in questi anni fece un grosso passo in avanti, aprendo il primo di una lunga serie di negozi Disney al di fuori degli USA: si tratta del negozio londinese di Regent Street, inaugurato nel 1990.



Le acquisizioni della Disney negli anni 2000

La storia recente racconta di grandi acquisizioni che hanno fatto diventare l’azienda fondata dai fratelli Walt e Roy una vera multinazionale: nel 2006 la Disney ha infatti acquistato l’azienda rivale Pixar per 7,4 milioni di dollari, ottenendo così l’accesso alla nuova tecnologia di computer grafica, ultima frontiera dell’animazione. Nel 2009 la Disney ha poi acquisito per 4 miliardi di dollari la Marvel, il colosso dei fumetti creati da Stan Lee che vedono come protagonisti supereroi famosi come Spider-Man, Hulk, Iron Man e Capitan America.

Nel 2012, inoltre, la Disney ha acquisito per 4,05 miliardi di dollari il franchise Lucasfilm, creato da George Lucas nel 1971, ottenendo quindi l’accesso all’universo di Star Wars. Negli ultimi anni al cinema sono usciti nuovi capitoli delle saghe relative ai supereroi Marvel e agli eroi di Star Wars, dei grandi successi che si aggiunti alla lunga lista di quelli ottenuti dalla Disney nella sua lunga storia.

Nel 2019, infine, la Disney ha poi acquisito anche la 20th Century Fox oltre ad altri canali come National Geographic, lanciando successivamente sul mercato la propria piattaforma di streaming on demand, Disney+. Con quest’ultimo traguardo, la Walt Disney Company, nata in un piccolo studio di Hollywood, oggi è davvero diventato un pilastro senza pari nel mondo dell’animazione e dell’entertainment.

I prodotti Disney

Nella sua lunga storia, la Disney ha creato anche un universo di prodotti editoriali e di merchandising legato ai personaggi dei film di animazione e dei fumetti.

lunedì 2 settembre 2024

Le origini e il significato del Black Friday

 

Ogni anno a novembre è previsto un imperdibile appuntamento per tutti gli amanti dello shopping o per chi, in generale, intende fare acquisti cercando di risparmiare. Stiamo parlando del Black Friday, il venerdì che apre un periodo di sconti in tutti i negozi. Ma qual è il vero significato del “venerdì nero” e quali sono le sue origini? Scopriamolo insieme.

La storia del Black Friday

Le origini del Black Friday sono statunitensi: tutto iniziò grazie ai grandi magazzini Macy’s che, nel 1924, idearono una giornata di promozioni per incentivare l’inizio dello shopping natalizio subito dopo la festa del Thanksgiving Day. La trovata commerciale ottenne un grande successo e molti altri negozi la imitarono, contribuendo così a istituire una tradizione che, però, non aveva ancora il nome di Black Friday. Il vero boom di questa giornata di sconti risale, infatti, agli anni Sessanta, quando le promozioni di fine novembre divennero pian piano un appuntamento fisso.

È difficile stabilire quale sia il vero significato del termine “black” associato al venerdì degli sconti, in quanto esistono diverse teorie a riguardo. Secondo una versione della storia, il “venerdì nero” indicherebbe il traffico congestionato per le vie dello shopping delle grandi città, causato proprio degli sconti che attiravano nei negozi migliaia di persone.

Un’altra versione della storia, invece, sostiene che il “black” sia riferito al “venerdì nero” delle aziende, dovuto al fatto che i dipendenti si davano malati o prendevano un giorno di permesso per fare il ponte e godere di un weekend lungo, ma anche per andare a fare shopping e approfittare degli sconti, lasciando di fatto gli uffici vuoti. L’ultima ipotesi sostiene, invece, che il nero si riferisca ai registri contabili degli anni Sessanta: questi volumi venivano compilati a penna dai commercianti, i quali annotavano in rosso i conti in perdita e in nero quelli in attivo. Poiché durante i giorni degli sconti e delle promozioni tutti i negozianti guadagnavano molto, i registri si riempivano di conti scritti in nero: da questo fatto deriverebbe quindi il significato di Black Friday.

Quando inizia il Black Friday?

Il Black Friday inizia il venerdì che segue il Thanksgiving Day, ossia il Giorno del Ringraziamento, la tradizionale festa americana che ricorda l’arrivo dei Padri Pellegrini nel 1621 sulle coste di Plymouth in Massachusetts, a bordo della nave Mayflower. Questi portarono con loro i semi di alcuni prodotti coltivati in Europa ma il primo raccolto non fu buono; grazie all’aiuto dei nativi americani, però, in seguito i Padri Pellegrini capirono quali prodotti coltivare e in quale modo e quali animali allevare, nello specifico il granoturco e i tacchini. Il raccolto successivo fu dunque ottimo e per questa ragione fu istituita una giornata di ringraziamento a Dio per l’abbondanza ottenuta e per festeggiare il successo ottenuto. Da allora, ogni anno gli americani rievocano questo fatto celebrando il Giorno del Ringraziamento, durante il quale a pranzo si consuma il tacchino che, non a caso, è divenuto il simbolo di questa ricorrenza.

Il Thanksgiving Day cade il quarto giovedì di novembre di ogni anno, dunque il Black Friday è il quarto venerdì di questo mese. Questa giornata di sconti e promozioni apre la stagione natalizia e diventa l’occasione per iniziare a fare i regali di Natale.

Quanto dura il Black Friday?

Inizialmente, il Black Friday era programmato per la sola giornata di venerdì, poi è stato esteso a tutto il weekend successivo al Giorno del Ringraziamento. Da quando questa tradizione si è diffusa in tutto il mondo, però, la situazione è diversa in ciascun Paese: in molti casi, gli sconti iniziano con il Black Friday e si protraggono per diversi giorni, anche per una settimana o più.

Il Black Friday oggi

Negli ultimi anni questo periodo di promozioni si è evoluto, spostandosi sempre di più su internet. Ormai praticamente tutti i siti di e-commerce, da quelli di abbigliamento, fino a quelli di prodotti tecnologici, propongono delle offerte per il Black Friday: per questa ragione, tante persone programmano i propri acquisti nei giorni dedicati a questi sconti per riuscire a risparmiare, approfittando anche della comodità di comprare online e di ricevere i prodotti direttamente a casa, senza dover fare code per entrare nei negozi già pieni di clienti.

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